Editoriali

Ascensore di Quezzi: meno rumore o più corse? - 27/02/18

Come era prevedibile, l'ascensore di Quezzi fa parlare in questi giorni per la sua mancata utilità e per il suo mancato utilizzo. Anzi è venuto alla ribalta della cronaca per il danno che recherebbe ai cittadini che abitano nei pressi dello stesso impianto, che hanno lamentato l'eccessivo rumore emesso quando è in funzione. Lasciamo ai tecnici il compito di valutare se esista, quanto sia questo disturbo alla quiete ed eventualmente quali siano gli accorgimenti per attenuarlo, noi cerchiamo di ragionare sul ruolo che potrebbe avere questo impianto nel sistema della mobilità di questa zona, cercando di non cadere nel ragionamento "oramai ce l'abbiamo e ce lo dobbiamo tenere".

Il quartiere di Quezzi è certamente una delle aree della città in cui sono maggiormente presenti criticità urbanistiche, viabilistiche ed idrogeologiche, che lo hanno reso tristemente famoso per le passate alluvioni causate dal Fereggiano. Palazzi grandi e piccoli costruiti uno sull'altro, anche nel letto del torrente al di sotto del piano stradale, il viadotto autostradale che taglia in due la vallata ed incombe sulle case, una viabilità caratterizzata da strade strette, tortuose e spesso dedicate a parcheggio abusivo, viabilità talmente difficile che gli autobus devono rispettare punti di incrocio per evitare di rimanere incastrati lungo il percorso.

Come altre zone della città, nel quartiere ci sono anche pochi servizi, certamente non sufficienti per la vita quotidiana e così la popolazione deve scendere a valle (molti lo fanno con veicoli propri) almeno fino a largo Merlo o più in giù fino a Marassi, in piazza Galileo Ferraris, corso Sardegna o corso De Stefanis.

Fino a qualche anno fa, l'intera vallata era servita da una sola linea di autobus, lo storico 82, che dal lontano 1956 collega la Stazione Brignole con la piazza della Chiesa di Santa Maria, quasi in cima alla collina. Nel corso degli ultimi 20 anni questo servizio è stato uno dei pochi che non ha subito significative variazioni, nonostante altre linee abbiano subito decurtazioni anche del 30% delle corse.

Nel maggio del 2015 viene aperto il nuovo ascensore, un impianto quasi unico nel suo genere dotato di tutte le tecnologie allo stato dell'arte, anche per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, e pochi mesi dopo viene prolungato il percorso della linea 47, che prima raggiungeva largo Merlo ed ora arriva proprio alla stazione inferiore dell'ascensore.

Tuttavia sembra che le lamentele che abbiamo citato in premessa, abbiano indotto AMT ha razionalizzare le partenze dai due estremi in modo da minimizzare i viaggi e quindi l'inquinamento acustico prodotto. Se da un lato l'azienda è venuta incontro alle esigenze locali, dall'altra il diradamento delle partenze pare che abbia reso l'impianto difficilmente fruibile, con lunghe attese per effettuare il pur rapido viaggio.

Che fare quindi a questo punto?

La linea 82 continua ad essere un servizio fondamentale per gran parte di questa martoriata vallata, non è pensabile che ne vengano modificati il percorso o le frequenze per invogliare gli utenti ad usare l'impianto.

L'ascensore può certamente costituire un contributo positivo per la mobilità di quest'area, in combinazione con la linea 47, che magari potrebbe essere anche riportata fino a De Ferrari, per cui ci auguriamo che si possa trovare un adeguato compromesso tra la tranquillità degli abitanti e la possibilità per gli utenti di fruire agevolmente di questo sistema di trasporto.


prec. | succ.
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