Editoriali
Signori in carrozza! Si (ri)parte! - 26/05/16
Ed il 21 maggio 2016 il treno della Ferrovia Genova-Casella, alias FGC (o meglio "il trenino di Casella", come da sempre lo abbiamo chiamato a Genova) è ripartito per davvero, dopo tre anni di sosta forzata preceduti da altri di esercizio intermittente. E' ripartito con una gran festa generale, in una nuova fiammante livrea rossa, un po' per analogia con gli altri mezzi "non convenzionali" di AMT (funicolari, tranvia Granarolo, ascensore di Quezzi), un po' forse per evocare il ben più famoso trenino del Bernina. Speriamo che questo accostamento alla blasonata ferrovia italo-elvetica possa essere benaugurante, perché di auguri per il futuro questo trenino ha davvero bisogno: e non solo auguri, ma anche e soprattutto concrete iniziative di sostegno per assicurarne la longevità. Perché il grosso investimento profuso in questi anni dalle Amministrazioni Regionali per risanare la linea, inclusi la messa in sicurezza da frane ed il rifacimento di importanti manufatti, e per rimettere in ordine impianti e rotabili (con un elettrotreno nuovo di pacca in costruzione) rischia di non bastare se questa infrastruttura non avrà sufficienti risorse economiche per essere esercita in tranquillità.
Quando fu inaugurata nel lontano 1929 la ferrovia costituì una fondamentale ed allora spesso unica via di comunicazione per collegare non solo Casella, ma anche e soprattutto molte località montane tra di loro e con il capoluogo, sia per le persone che per le merci; poi, negli anni, cominciò ad affermarsi anche l'utilizzo ludico dei genovesi che andavano a fare la scampagnata. Oggi, e da molti anni, il ruolo di mezzo per il Trasporto Pubblico è divenuto marginale: i pendolari, infatti, ogniqualvolta è loro data l'alternativa, privilegiano le corriere di ATP o addirittura i bus urbani di AMT, mezzi più pratici e tra l'altro meno onerosi per la finanza pubblica di una complessa ferrovia montana, anche se i costi della FGC sono comparabili e talvolta inferiori rispetto ad altre analoghe ferrovie esistenti in Italia. Occorre dunque prendere atto che la vocazione dominante per il trenino non è più quella di vettore di trasporto pubblico, bensì quella di mezzo turistico. Sia chiaro, anche sul traffico pendolari vi sono dei margini di miglioramento, ad esempio creando migliori interscambi con bus ATP (a Casella) e AMT (a Manin) e incentivando dal punto di vista tariffario i pendolari delle tre valli ad usare il trenino, anziché il bus.
Foto di Luigi Piccardo
In ogni caso è dal punto di vista turistico che si deve tentare una maggiore valorizzazione. Sotto tale profilo va detto che i costi della FGC sono oggi quasi esclusivamente coperti da finanziamenti regionali su fondi del Trasporto Pubblico, con modestissimi proventi da titoli di viaggio (attorno ai 200.000 Euro/anno, il solo costo di 5 dipendenti). Anche se nell'immediato possono non esserci criticità maggiori (il contratto di servizio copre sino al 2019) appare evidente come tale situazione finanziaria non fisiologica, ove non venga corretta, possa porre a pregiudizio nel medio termine le sorti della FGC. Auspichiamo dunque che, ora che linea e rotabili sono stati rimessi in ordine, ci si metta a lavorare d'impegno per valorizzare questa ferrovia ricercando una nuova utenza, fatta di turismo locale ma non solo. Genova è ora meta turistica di un certo valore, a Genova scalano navi da crociera e gli operatori turistici sono sempre in cerca di nuove mete per le loro escursioni: ma occorre lavorarci, concepire e porre in atto piani strutturali di comunicazione e promozione.
Per fare tutto ciò la prima necessaria condizione e che tutti i soggetti coinvolti, Regione, Comuni, a cominciare da quello di Genova, la stessa AMT che esercisce il servizio trovino il modo di vincere eventuali gelosie di ruolo o frizioni politiche e inizino a collaborare fattivamente su tale obiettivo. Va detto che nei discorsi inaugurali presso la stazione di Manin aperture significative in tale direzione ed auspici alla collaborazione sono stati esposti dall'AD di AMT, dall'Assessore alla mobilità e trasporti del Comune di Genova, dal Presidente della Regione; per non parlare di quanto hanno poi detto i Sindaci degli altri Comuni alle soste del treno inaugurale. Siamo contenti di questo nuovo spirito collaborativo, particolarmente tra i due primi attori, Comune di Genova e Regione Liguria, notoriamente di diversa parte politica, e speriamo che alle intenzioni seguano i fatti. Lascia tuttavia perplessi, nell'ottica di tale auspicata collaborazione, l'assenza di esponenti della precedente maggioranza regionale, cui pure va dato il merito di aver attivamente contribuito, sino ad un anno fa, a questo rilancio. Non invitati? Hanno declinato l'invito? Non lo sappiamo. In entrambi i casi, un segnale non incoraggiante, perché il rilancio stabile di questa ferrovia richiede che tutte le istituzioni e le diverse componenti politiche facciano squadra ed operino, ciascuno nel proprio ambito, per un unico obiettivo.
Questo lo dobbiamo, non tanto perché questo o quel politico possa menarne vanto, e neppure per la pur legittima soddisfazione degli appassionati di ferrovie che molto hanno fatto per vedere tornare a sferragliare il trenino: no, noi lo dobbiamo prima di tutto a tutte quelle persone, abitanti nelle località montane, che hanno accolto il convoglio inaugurale con bandierine, bande, striscioni e banchetti con salami e ciliegie, e che ci dicevano: tornate, tornate, mi raccomando...domenica c'è la sagra…
prec. | succ.
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